La CTR di Milano – sez. distaccata di Brescia – Sentenza n. 5512/67/15

Accertamenti sui conti dei soci – non bastano le presunzioni: per attribuire i prelevamenti ingiustificati dei soci di una società, quali costi della società, l’Ufficio, deve dimostrare la corrispondenza tra il prelevamento del socio e il riferimento a un costo dell’impresa, non sono sufficienti le presunzioni.

FATTI

Alla società ricorrente, a seguito di indagini bancarie effettuate sui conti correnti personali della socia unica, veniva notificato avviso di accertamento per la maggiore imposta. L’Agenzia delle Entrate sosteneva che i movimenti non giustificati sui suoi conti personali della socia erano riferibili all’azienda. La società proponeva ricorso e la CTP riduceva solo parzialmente l’importo di cui all’avviso di accertamento. La società impugnava la suddetta sentenza, chiedendo l’integrale annullamento della pretesa tributaria, sostenendo che l’Agenzia non aveva dimostrato la diretta imputabilità dei conti correnti personali della socia alle movimentazioni della società e quindi ai fatti aziendali, basandosi solo su mere presunzioni.

MOTIVI DELLA DECISIONE

La CTR accoglieva integralmente le ragioni della contribuente, affermando che l’ufficio non aveva fornito prova di alcuna corrispondenza tra le operazioni della società e le movimentazioni bancarie rilevate sui conti personali della socia. Secondo la circolare 32/E del 2006, richiamata nella sentenza, la stessa amministrazione finanziaria aveva chiarito che è possibile utilizzare, ai fini dell’accertamento, le movimentazioni bancarie effettuate da un terzo, non interessato alle attività di controllo, a condizione si dimostri che tali movimentazioni finanziarie sono da imputare a un soggetto diverso che ne ha la reale paternità con riferimento all’attività svolta.

Se, dunque, potrebbe pure essere legittima la presunzione semplice che, trattandosi del conto corrente del socio, questo sia riconducibile alla società, è in ogni caso necessario che l’ufficio provi che tale correlazione esiste. E’ necessario, quindi, dimostrare che, in realtà, il conto corrente è solo formalmente intestato a terzi (ossia la socia), ma le movimentazioni sono relative alla gestione ordinaria della società (ossia il contribuente accertato).

Nel caso in esame, l’Ufficio non aveva fatto buon uso dello strumento delle indagini bancarie, disattendendo anche la sua stessa circolare. Per attribuire i prelevamenti ingiustificati della socia quali costi della società, l’Ufficio, quindi, avrebbe dovuto, dimostrare la corrispondenza tra il prelevamento del socio e il riferimento a un costo dell’impresa, non sono sufficienti le mere presunzioni. Non è stato altresì dimostrato che i versamenti ingiustificati della socia erano riferibili a ricavi occulti della società.