TRASFERIRE AZIENDE E/O ATTIVITA’ AZIENDALE ALL’ESTERO…

TRASFERIRE AZIENDE E/O ATTIVITA’ AZIENDALE ALL’ESTERO…

Come trasferire l’attività aziendale all’estero?

L’apertura dei mercati europei (la “libertà di stabilimento” previsto dal TFUE) e la delocalizzazione dell’attività imprenditoriale hanno progressivamente aumentato i casi in cui molte imprese italiane scelgono di trasferire la propria attività e sede (trasferire aziende e/o attività aziendali), principale o secondaria, all’estero.

La pesante congiuntura economica che ha radicalmente ridotto i fatturati, la sempre più elevata pressione fiscale, divenuta ormai insostenibile, hanno convinto, anzi, costretto, molti imprenditori a trasferire aziende e/o attività aziendali italiane all’estero.
E quando si arriva al bivio di chiudere per sempre la propria attività o trasferirla all’estero per continuare, sembra indubbiamente che la soluzione migliore sia quella di spostare la propria attività in quei paesi europei che oggi offrono maggiori possibilità di sopravvivenza, rinnovando il dinamismo commerciale, stimolando la riaquisizione delle quote di mercato, perse in questo momento critico dell’economia nazionale.
La Romania, p.e., ha acquisito ancor più vivacità, configurandosi come una delle realtà commerciali più fiorenti ed attive attualmente in Europa, sia per la distanza fisica e culturale (piuttosto esigua che lega Italia e Romania), sia per la lingua peraltro abbastanza comprensibile.
La burocrazia legata al disbrigo delle pratiche necessarie all’apertura di una nuova attività o al trasferimento della sede legale di un’impresa estera è decisamente più snella rispetto a quella italiana e garantisce la possibilità di completare le suddette operazioni in un lasso di tempo compreso nel brevissimo volgere di appena un giorno.
Come esempio, molto generico, possiamo indicare le seguenti cifre per la Romania:
Imposte Aziende
Imposta unica sull’utile netto (IRES)

16%

Imposta sul reddito persone fisiche (IRPEF)

16%

Imposta sul reddito per le piccole imprese

3%

Imposta Valore Aggiunto

24% e ridotto 9% – 5% per immobili

 Costo dipendenti / imposta sugli stipendi – es. caso dello stipendio minimo per legge

RON

EURO

Salario lordo

1.050,00

231,80

Buoni pasto

0

0

Il dipendente paga allo Stato

273,00

60,27

Salario netto

777,00

171,53

Salario completo (il costo totale per il datore di lavoro)

1.292,00

285,23

Il datore di lavoro paga allo Stato

242,00

53,43

Lo Stato incassa la somma complessiva di

515,00

113,69

Bisogna però essere cauti e fare attenzione, rivolgersi sempre ad un professionista affidabile e specializzato, perché un eventuale trasferimento all’estero effettuato con troppa leggerezza, anche in assenza di una consapevole volontà di sviare i propri capitali all’estero, può comportare spiacevoli inconvenienti di natura fiscale.

Ebbene, il nostro studio offre consulenza professionale completa, al 360°, per risolvere le problematiche sopra richiamate (per es. consulenza fiscale, societaria, commerciale – contabile, di lavoro, costituzione di aziende all’estero, selezione e reclutamento del personale specializzato e non, consulenza immobiliare per l’eventuale locazione e/o acquisto di locali aziendali) operando sempre nei termini di legge.

altre pratiche dello studio

Avv. Margherita Kósa - author

Ambiti di maggiore competenza: Diritto tributario, Diritto civile, Diritto dell'Unione Europea

Comments 6

  • Mi è stata notificata in data 06/05/2013 una multa, quale obbligato in solido anche se non ero più amministratore, elevata ad una società. Non ho fatto opposizione. In seguito, nel 2015, mi è arrivata a relativa cartella di pagamento dall’agenzia delle entrate; per problemi personali non sono riuscito a fare ricorso nei tempi canonici. Ricevuta ora una cartella di riscossione, mi chiedo se è indispensabile pagare tenuto conto che:
    1)mi è stata notificata dopo 4 mesi
    2)non ero più amministratore della società.
    Grazie per vostro riscontro.
    Cordialità
    Mariano Arcidiacono, tel. 095648034 mobile 3335971763

    • Egr. Sig. Arcidiacono,
      se la contravvenzione e la cartella di pagamento sono state regolarmente notificate e non sono state impugnate nei termini di legge, giuste o sbagliate, sono diventate definitive.
      In quel caso è comunque possibile fare un’istanza in autotutela confidando nella buona fede della pubblica amministrazione.
      Potrà inoltre rateizzare o attendere la successiva pace fiscale e definire in quel modo questo debito.
      Cordiali saluti.

  • Gianluca Frigerio ha detto:

    Mi è arrivato un accertamento fiscale che mi richiede di pagare 800 debito Irpef anno imposta 2014 e 2015. Per tali anni avevo fatto dichiarazione rispettivamente ultratardiva e tardiva per cui non mi è stato riconosciuto il credito di imposta anno 2013 e quindi non validata la compensazione per cui l F24 era a zero. Ho letto che il credito di imposta invece non è estinguibile o al massimo si prescrive in 10 anni. Quindi vorrei fare ricorso contro cartella di accertamento facendo valere il mio credito d imposta.Ho possibilità di vittoria? Grazie. Cordialmente.

    • Buonasera, il limite massimo per chiedere il rimborso del credito esposto in dichiarazione dei redditi è di dieci anni, decorrente dalla presentazione della dichiarazione (vedi ex multis Cass. ordinanza n. 2416 del 03.02.2021). Cordiali saluti.

  • Luciano ha detto:

    Buongiorno ho fatto richiesta di assegno ordinario nel 2013. Ho avuto 2 risposte negative ma non sono andato in giudizio. La prescrizione è di 5 o 10 anni? Grazie cordiali saluti

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